I Canti di Gabri
Il mio ramo secco
mi chiedo
quando reciderò il mio ramo secco
se ne avrò forza
ché il peso dell’inverno
ha ormai gelato il tronco
e le radici
quest’aggrapparsi scorticato
è ormai solo una farsa
è la paura
ormai stanata
della vertigine finale
prima che sgretoli del tutto
oggi o domani forse
anche quest’ultima mia zolla
di vita – amore
che mi mantiene intatta
ma in bilico precaria
fragilmente stanca
Io margherita
io margherita
non so del conto
i petali che ho perso
e se
anche l’ultimo che ho dato
avesse l’amore inciso
o forse
il “non” a fare da cappello
io margherita
mi guardo e non mi trovo
in questo campo smisurato
in questa vita
io margherita
io mi sento spoglia
di tutta la mia solita certezza
Com’è che ancòra canta?
com’è che ancòra canta
il passero sul ramo abbandonato
com’è che ancòra cerco
un suono impronunciato
oltre l’uscio chiuso della porta
oltre il rumore sordo
quello che fa il tempo
quando finisce
senza parole in bocca
ma solo sente
il ruotare di valigie a terra
e lo schianto
sopra ai cardini all’ingresso
del pianto mentre il passero
io lo guardo
ma più non condivido il canto