16 dicembre 2005

DOLCENENIA





Qualcosa che mi strappi il cuore, un’onta a smorzarmi le parole, qualcosa parso innaturale che mi muoia in bocca. Qualcosa che finisca oggi, mi rimanga dentro come un veleno senza tempo. Qualcosa cerco, d’indefinito e stretto.

Perciò rinchiudimi, non chiedertene il senso.

Non c’è. Lo sai. Che si sposi con il resto.

Conosci il suono dell’amore quando rimane muto? Un grido soffocato al petto? Una mano a chiuderlo in un soffio? Lo conosci?

Sì, certo. E’ l’eco che mi torna indietro.

Qualcosa che mi sradichi incosciente, mi annulli imbrigliandomi la mente, come un colpo dato e puramente afono. Qualcosa che m’imponga dondolante su me stessa. Qualcosa che mi spenga nel richiamo, prima di non udire la risposta:

Voglio la sofferenza?

Senza la fuga del momento a propagarne l’urto. Voglio un unico singulto, un urlo solo prima che mi porti a fondo.

Cerco tra i colori il mondo senza resa, il legno sconosciuto nella presa, il limbo, il volto di un neonato che dispera nella consapevolezza. Il vuoto voglio, dove il sogno domina il presente. Qualcosa d’indimenticabile, d’impalpabile ed estraneo come la gioia alla menzogna.

Perciò tu vai e lasciami sconvolta, prenditi pure la distanza.

Lo sai, per me i deliri della pena sono danze.

Conosci il sopore che si abbraccia al nulla? La voglia dolce, abbandonata, della carne alla ferita? Il viaggio dell’esilio sopra un’onda? Conosci l’irruenza della felicità ignota?

Sì, a tua volta.

Noi siamo ombre cave per coerenza. Fiato che ci danna l’anima rimossa. E’ del saperci, il ritrovarci sempre in risalita senza scappatoia. Noi siamo teste tese in piena corsa, siamo vertigine convulsa. Noi, picchi a susseguirsi in mezzo ai baratri.

Figli di un afflato che ci chiama, con metodica sapienza, con venie recitate ed ordinate. Noi siamo nenie lungo i fianchi, i canti dagli occhi stralunati.

In questo inappellabile protrarsi, con un amore che si tende e l’altro strappa, noi siamo archi di armonia e non di intenti, dove sempre prende uno e l’altro allunga a braccia.

Lo sai, tu sei risposta ad ogni mia domanda.





(A M.)