01 luglio 2005

La Sinèddoche Nascosta






E’ sottosotto che mi tieni

così fin sottopelle,

di nervi tesi a scatto

che allungano le gambe

strade nude,

troppo sole a passo corto.


Di rosso di traverso

tra morsi e baci niente

scolorami la bocca

sanguigna sanguisuga

sopra al mento,

e ritracciami la pelle

lungo il bordo,

fammi inerme a tuo disegno,

in appartenenza muta

ad uno sguardo,

come paura per l’ignoto

che allontana

inquieto l’animo

ma l'attira

in esacerbato desiderio.


E’ pianopiano che mi stremi

così sul pianoletto,

di mani lese a patto

che accolgono le voglie

falci lerce,

troppo torve a lingua raspa.


Vuota di certezze

ricolmami la mente

agli angoli remoti di coscienza,

come specchio riscoperto

fammi opera riflessa

al tuo pensiero,

preparazione accorta di cesello,

e raggirami nel mentre

ad un impulso,

tra le placide maniere

che non svelano per niente

ma stringono alla gola se mi sfiori,

artifici

d’onde anomale ai tuoi palpiti,

la sinèddoche nascosta

dei tuoi gesti.




(A Michael)