15 novembre 2005

VIRTUOSISMO



Ruota. Micidiale cinghia, monaca nera. Ruota. Nera vortica. Intaglia l’aria. Roncola, chirurgica il respiro. Ruota. Carica, con foga, la coda biforcuta. La coda ruota in cerimonia e sibila. La coda si contorce. Si tende, pretende e stride, deride la parola mia. L’amata, fedele amica. Mia testarda e ludica creatura. Mia morte in gola.

Ruota ancora, ruota la biscia scura. La sciamana ammanta e scia. Striscia cieca. La gitana gira. Cerca la carne, struscia. A labbra bacia, inchioda. Umore e gioia agguanta, in caduta libera al dolore.

E’ bestia.

Bellezza che solleva e strozza la sua testa. Questua alla preghiera immacolata e cinica. E’ carme sulla carne a meditare in rosso. In epitaffio sull’orgoglio. In spira pura di piacere. Spira a persuasione aspra.

Ruota.

Scuote, spicchia sulla pelle. La pendula sinuosa e inquieta s’alza e tende. E’ nero mamba d’Africa. E’ mantra itinerante da tenere in bocca. E’ voce e invocazione muta. Voce e vibrazione in delirio isterico d’unione. In dervisci di contatto. Ai lombi, ai glutei, l’anguilla a guaina si scuce e riconduce. Si perpetua e ripercuote, si allunga come lingua. Si fa tocco tra le labbra. Si fa graffio.

E’ grido.

Urlo a fiato corto, di vita che accartoccia all’improvviso.

Ruota. Ruota la fiamma a farmi moribonda. Ruota e tuona, picchia, la pedante serpentina, la trama nera. Nera e dura trina, malmena e sfalda audace. Senza freno, senza pace. Scevra vipera, rapace e stridula. Si sfrangia, sfianca e sfugge. Colpevole, veloce mossa. Mi sevizia. E’ lenza sediziosa e oscura. E’ deliziosa pena mia. E’ nenia. E’ cantilena, in disanimata mente e altrove. E’ verace cetra, in corpo che entra e geme. Viene.

Vengo languida.

Svengo alla rutilante tenia. Alla tenebra, al nerbo che mi verbera e brandisce a braccio. Ciondolo al lungo laccio. Dondolo. Cedo al dolo di ogni nodo in gioco. Io. Ninnolo in dolore nudo. Sadico. Io.

In trance.






(A M.)