INIZIAZIONE INCONSCIA
incontro casuale d’ali di falene,
d’anime notturne, ombre della mente,
rapita da due lune, lusinghe d’acque chiare,
da occhi di possesso, fessure di parole,
il tempo non staziona, avanza sui binari
diretti di uno sguardo, di un sì senza pensare
e cade,
un fùlmine d’amore,
di perle d’oltremare,
una grandine sul cuore,
- hm, non so, ti seguo? -
è il viaggio dell’inconscio,
è la pioggia sul confine,
sul limite isolato,
d’un deposito nel buio
e lùccica il pensiero, bagliori alla deriva,
una ragione fuggitiva, una gitana senza asilo,
riscatto nella vita, rincorsa mia comèta,
sconvolta tuoni - gemi, in cenere mi muori,
nell’abbrànco repentino, una presa netta a scatto,
nella gabbia di uno sguardo, d’una belva inferocìta
e scuote,
un vòrtice di voglie,
la frana d’inquietudini,
d’appelli spaccacuore,
- ma aspetta, che fai? -
è la terra dell’incerto,
è la follia più sottopelle,
fra i vetri d’una fabbrica,
d’una lente d’illusioni
e sfòlgora il cantiere, un sogno di colori,
d’un’agonia celeste, un intrigo surreale,
smarrita tra i cristalli, occhi di mille gatti,
ritagli di finestre, d’albori variopinti,
il silenzio si trascina, si lamenta tra i residui
solitari dei miei passi, degli specchi frantumati
e sale,
lo stràscico dell’ansia,
il corteo di strani sìbili,
di ombre in coda d’occhi,
- ehi, ma dove sei? -
è la smania del silenzio,
è l’attesa ferma immobile,
d’un abbraccio di difesa,
di un’ermètica crisalide
ma ora il bòzzolo si stringe,
e un bocciòlo già si schiude,
mia anima, mia smania
sei un vizio
Da "La Genesi".