23 gennaio 2006

I Canti di Gabri



Il mio ramo secco




mi chiedo

quando reciderò il mio ramo secco

se ne avrò forza

ché il peso dell’inverno

ha ormai gelato il tronco

e le radici

quest’aggrapparsi scorticato

è ormai solo una farsa

è la paura

ormai stanata

della vertigine finale

prima che sgretoli del tutto

oggi o domani forse

anche quest’ultima mia zolla

di vita – amore

che mi mantiene intatta

ma in bilico precaria

fragilmente stanca







Io margherita



io margherita

non so del conto

i petali che ho perso

e se

anche l’ultimo che ho dato

avesse l’amore inciso

o forse

il “non” a fare da cappello


io margherita

mi guardo e non mi trovo

in questo campo smisurato

in questa vita

io margherita

io mi sento spoglia

di tutta la mia solita certezza







Com’è che ancòra canta?




com’è che ancòra canta

il passero sul ramo abbandonato

com’è che ancòra cerco

un suono impronunciato

oltre l’uscio chiuso della porta

oltre il rumore sordo

quello che fa il tempo

quando finisce

senza parole in bocca

ma solo sente

il ruotare di valigie a terra

e lo schianto

sopra ai cardini all’ingresso

del pianto mentre il passero

io lo guardo

ma più non condivido il canto


2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Che dire...bravissima come al solito! Hai uno stile fantastico che coinvolge eppure lascia sempre un filo di lieve malinconia...
Senti...una richiesta un poco strana avrei da farti...riusciresti sul tema della frode e dell'inganno a fare una poesia? Anche pochi versi, anche solo uno spunto.
Te ne sarei più che grato se riuscissi ^^

3:03 PM  
Blogger SchiavaD'Amore said...

Fede, detesto scrivere tutto quello che non mi coinvolge; semmai dovessi per qualche ragione sentirne il bisogno, te lo farò presente.
Ora scusami.

4:53 PM  

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