AVVENTO
sto inclinata sul cantico
ove incontra il gèmito l’instabile
coscienza di me,
la burattina parvenza;
già gravida del nervo
sto accasciata per l’esodo
duro della poesia,
ove scarìfica il silenzio la geremìade
e così sia,
all’avvento della meraviglia serpevergine
che scompagina in diaspora
la manna,
che sublima la condanna
nel bianco della grazia
e così sia,
finché a-me-n(on) viene
(A M.)