come non lasciarmi fare
divaricata anfratto coscia
e di suzione
spinta e ancora dentro
in alternativa a gambe – stretta –
se mi silenzi dietro
mano alla bocca mano
in genuflessione e in lingua all’asta
fintanto che – martella –
l’asservimento d’ossa e il laccio
mentre diciamolo: brucia
di traverso e a voce accesa
il Tuo metti duro – ginocchia in struscio –
se intanto prende polso (sotto)
da non vedere
la solerzia sullo scollo, la bellezza senza fiato
colpa del latte
sai la conca
che fa inguine la gola
dove ti piace dirmelo:
la roccia è umida di grotta
(colpa del latte) – neghi? –
bambina la vergogna !
era sottosopra
lucente all’orlo (veniva)
per uno e più, allo sguardo smunta
ché avresti detto – quanti? –
(tra i peli delle ciglia)
una volta vista asciutta
(A Michael, one Monday night)