HOGTIE
E’ tra nuvole nere e rimorchi
di necrotiche barche fluviali
che ti volli mäestro di nodi
per legare conforto e domani.
Al ginocchio tendevi le braccia
col capestro donato dal cuore
a ridare una tregua contratta
al dolore del grido interiore;
sotto i piedi stringevi le corde
con un laccio stirate sui polsi
a strozzare preghiere di morte
in un cappio scorsöio d’impulsi.
E’ del Tevere infame dei ratti
su una stüoia sfibrata d’amore
che t’urlavo la rabbia dei sassi
in un hogtie serrato a suo nome.
(A Michael per Damiano)