25 novembre 2007

Serenità


di John Stoddart


Ho imparato che le vie dell’eros sono infinite, non so ancora come, ma i corpi si ascoltano e si scambiano informazioni in codice. Mentre sto qui che aspetto, mi tornano in mente i Tuoi occhi, il senso di appartenenza e l’attaccamento che provo verso di Te. Ripenso a quasi un anno fa e il vuoto disperato torna a annebbiarmi la vista.

La paura, senza l’eco del Tua voce, mi riempiva di solitudine cosmica. Ho aspettato tanto prima di raggiungerti, che quando sono partita, Michael, non sapevo cosa avrei fatto. Avrei voluto almeno una risposta alle mie tremila domande, ma il richiamo è stato semplicemente speciale, l’emozione si è fatta più forte dell’orgoglio e del rancore. Avrei voluto dirti che non sapevo smettere di appartenerti, ma non riuscivo, non dissi niente. Ero come in trance, l’anima pesava, il tempo sembrava dilatato. Stavo rientrando nei miei confini e la mia mente era tornata a tacere.

Tu e K. siete diventati la mia famiglia, la mia casa, ma il coinvolgimento ancora non mi permette di descrivere il mio punto di vista.

Non ho mai avuto problemi a raccontarmi, basta chiedere e rispondo, nessun imbarazzo. È per i sentimenti che non ho mai trovato abbastanza parole, assorbire la qualità della vita ed esplorare l’amore mi travolge con una forza a cui non voglio dar voce. L’amore cresce in profondità, in zone che nessuno conosce né mai ha sospettato, smuove una quantità immensa di energia, forze inquietanti e oscure, feconda emozioni fino a spezzare. Raccontare quanto la vostra presenza sia importante, emotivamente importante, è abbastanza fuori dalle mie idee. Sono protettiva verso il sentimento che anima la nostra famiglia, siamo genitori e amanti, schiave e Padrone, sorelle… , e al di là della razionalità e della coscienza, il nostro rapporto utilizza canali non bene identificati. Uno sguardo, un sorriso, una mano che sfiora, inviano input molto precisi e possono creare associazioni forti e chiare. Qualunque cosa capiti, so di poter contare su di voi, ma cosa che ancora sopravvive, è che nonostante i segni evidenti di questa scelta pochi riescono a capire.

Solo un attimo fa, sarà che il desiderio alimenta la tensione, ma ho avuto freddo. Sono qui, aspetto, e la pianta del lime mi fa compagnia. Il profumo rende la pelle vibrante, il silenzio e la pace dell’attesa mi riempiono il corpo di atmosfera. Lo so che non c’è niente di più profondo della pelle, attraverso i sensi, il passato torna come un fantasma.

Ho avuto voglia di piangere.

So di essere legata a Te senza ritegno, l’attesa mi rende immobile. Mi dico di smettere di tremare ma il silenzio ronza nelle mie orecchie, il resto dei pensieri scorre sul fondo senza attirare la mia attenzione. Sento solo… solo il mondo delle cose che ci appartengono.

Oggi è un giorno che sento, soprattutto completo, connesso con il resto dell’universo.

La serata prosegue, seduta al tavolino rotondo, aspetto K. arrivare e penso a noi, come a tre componenti perfetti di un unico circuito vitale.



(A Michael e K.)