17 gennaio 2006

Ultimi Minuti



Mi appoggio a te.

Mi abbracci stretta, il freddo è puro tremito ma la musica sul palco continua a sciogliere la piazza nel delirio.

Impazzisce l’anno mentre muore, mentre ci scorrono anche gli ultimi minuti.

La festa chiude ed apre un ciclo in cui le note languide del jazz ci guizzano il momento, tra le risate della folla e i balli strani della gente.

Sono dervisci senza fine gli sguardi in mezzo ai fuochi, sono aquiloni nella notte persi dentro il cielo.

Fibrillano le stelle, come i baci fra la gente ripetono la vita di un momento.

Tu e il tuo cappotto, l’attimo in cui mi chiudi dentro, tu che mi proteggi al tempo e sai che, potrei morirci così e sarei felice.

Immobile, ascoltandoti sul cuore, da cui ora più muovermi non voglio.

Ti tengo contro, mentre prego il vento di non placare la sua corsa e il gelo.

Io così tremo e, sottovoce, sussurrandoti ti dico… “amore mio”.

Prendi le mie mani e il sax allaga sulla folla con cascate velocissime di scale, sono le ultime note finalmente a mozzarci il fiato.

Acute, da penetrare il cuore.

Sento, il tuo respiro imprimermi la fronte, un soffio caldo, e le mie labbra schiudersi avvicinandomi col volto, mentre cavalcano le onde delle percussioni in volo e i battiti infiniti dentro.

Mi metto nel tuo sguardo.

Io ti cerco. Tu mi trovi.

Risale l’onda dell’applauso, e tu mi tieni stretta infine, avvolgente e intensa dentro un bacio.





(A Michael)