A confondere la periferia col centro
Mi rendo alla quiete eretta
un canto sciolto ed intoccabile
rivivo il sole e il tatto di carezza
il caldo lento che mi abita
la mia testa inconfessata.
Dentro questa cavità larghissima
mi trastullo atavica
uno spillo al passo del respiro.
Senza violazione
eccetto il morso della fame:
Tu in fondo a ogni mio mondo
sei ciò che sfioro al battito che ascolto.