20 dicembre 2005

una corda



quando una corda prende e inizia a circondare, senti la stretta e a volte, non riesci a respirare.

ti emozioni.

quando comincia con l’avvolgersi sui polsi e poi risale, tutta la superficie delle braccia, è una strana sicurezza quella che ti tiene.

lei scende e le sue spire compiono incredibili arabeschi, disegnano la pelle, sono rombi dalle sfaccettature arcane.

una corda non è certo una rivale, ti ci puoi abbandonare, trattiene a sé ogni timore e se deve, placa della smania la vertigine.

lei è il gioco che l’altro condivide, è la consolazione per ogni eventuale solitudine.

è una presenza che si avverte, una costrizione continua e non pressante.

una corda è un desiderio della pelle.

una pura religione.

una manifestazione di edonismo.

quando una corda intreccia i nodi, chi li compie conosce l’arte di comporre una poesia.

una dedica speciale.

ogni nodo è un passo estremo di espressione, immortala l’anima dell’altro sulla propria, la svela sulla pelle attraverso il bianco della canapa e l’ingegno.

ad ogni giro.

ad ogni stretta.

è l’incontro di un cuore in ascolto con una mente mentre crea, si concentra o si allontana.

una corda è un’insolita prigione, custodisce di un momento la purezza, la grazia che solo entrambi sanno sciogliere.

in un impeto che ne esalti la bellezza.

la carica impaziente.

la vita lì nascosta.




ma,

forse non riesco a dire, dell’amore che è sotteso ad ogni frase,

ad ogni parola che va a capo come capo di una corda.

ma,

forse non riesco a rivelare,

non riesco a condividere la rara meraviglia di uno strumento semplice,

di una corda che ha innocenza e che stupisce.





( A M.)