Quando
di Marco Sampietro
Quando l’anima scorreva a fiumi
riversando il fragore in boschi neri
piangente come un salice sbandato
circondai i miei occhi con capestri inauditi
per indietreggiarvi l’ombra e i miei impacci.
Quando le ali rimasero a mendicare i voli
ballando le lusinghe della disperazione
prigioniera come una lepre tra le fiamme
costruii i miei altari dentro notti di ghiaccio
per illividirvi il sangue e le mie commedie vane.
Ma alle soglie della mia veglia insonne
quando riconobbi il protetto asilo
zingara come il motivo d’un greto, mio Signore
svuotai la nave da ogni focolaio
per ridarVi indietro l’àncóra e il mio abbandono.
(A Michael)
5 Comments:
visiva al massimo in questi versi, rigorosa e medievale in spirito e misticismo.
ottima.
e per citare Orazio dato che siamo in tema di navi "appesi le vesti umide di naufragio al potente dio del mare"
Un bacio V.
Fede
Schiava ritrovata (dal padrone) ...me lo metti un link?
Bellissimi questi versi.
Sei tornata pura passione e devozione.
E' un piacere poterti leggere.
Nadia
Lo stil novo ritorna Cyb, eheheh. Fede, come è andata?
Ben ritrovata a te, Nadia.
IoPadrone non escludo un link, ma necessito di leggerti prima, per capire.
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