04 marzo 2007

Quando


di Marco Sampietro



Quando l’anima scorreva a fiumi

riversando il fragore in boschi neri

piangente come un salice sbandato

circondai i miei occhi con capestri inauditi

per indietreggiarvi l’ombra e i miei impacci.


Quando le ali rimasero a mendicare i voli

ballando le lusinghe della disperazione

prigioniera come una lepre tra le fiamme

costruii i miei altari dentro notti di ghiaccio

per illividirvi il sangue e le mie commedie vane.


Ma alle soglie della mia veglia insonne

quando riconobbi il protetto asilo

zingara come il motivo d’un greto, mio Signore

svuotai la nave da ogni focolaio

per ridarVi indietro l’àncóra e il mio abbandono.






(A Michael)


5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

visiva al massimo in questi versi, rigorosa e medievale in spirito e misticismo.
ottima.

6:39 AM  
Anonymous Anonimo said...

e per citare Orazio dato che siamo in tema di navi "appesi le vesti umide di naufragio al potente dio del mare"

Un bacio V.

Fede

1:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

Schiava ritrovata (dal padrone) ...me lo metti un link?

11:36 AM  
Anonymous Anonimo said...

Bellissimi questi versi.
Sei tornata pura passione e devozione.
E' un piacere poterti leggere.

Nadia

9:25 PM  
Blogger SchiavaD'Amore said...

Lo stil novo ritorna Cyb, eheheh. Fede, come è andata?
Ben ritrovata a te, Nadia.
IoPadrone non escludo un link, ma necessito di leggerti prima, per capire.

10:17 PM  

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