SOVRANA VANA
Riposa, perso, il suo respiro spento,
sparito anèlito oltre l’alta coltre,
la contemplata morte, il mio lamento
intollerante alle mendàci ammende.
Alle malèvoli viole, alle vie,
vipere del pensiero, l’ira aspira,
del raro orgoglio, il tanto odiato loglio,
l’oro goliardo della madre-mente.
E mente, forse, la mia meta-mòrfosi,
la mano mia animale, in sua dimora,
in sua sodomia, in sua operosa muda,
sovrana vana del padre-padrone.
(A Michael)
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