SE mi M...
tra parentesi mute
stringo a riempire i vuoti
- di te -
senza crederci (certo!)
e
in canti a perdere
tra strani versi - dicono -
scrivo la pelle in braille
(in silenzio) taglio di lettere
le vene
di giorni a ricordarti le ferite
incido un nome
- il tuo -
a ritrovarti sempre
cuore all’unisono col mio
oppure
apro di virgole la bocca
a rifarti in labbra (piccole)
l’amore
o
la voce
a ridarmi in ipotesi il sapore
- tuo di me -
(ecco) ingoio di poesia
quindi
mi muoio dentro
se mi m…
(ma non lo dico)
(A Michael)
2 Comments:
Riprendendo il discorso del post precedente sulla malinconia credo in fondo che sia sbagliato crederla un sentimento inutile o dannoso oppure temerla. A volte, io almeno, ho bisogno di star male di struggermi per qualcosa, dsitruggermi per qualcos'altro...magari una sciocchezza, una giornata di nebbia nella pianura quì a Pavia o magari qualcosa di più...un amico che sparisce, un'amore maledetto.
Il dolore, il piacere nel dolore (strana parola questa ma quanto mai necessaria) è un qualcosa che ci fa scoprire le parti più interiori di noi
Quelle che più interne, quelle più vere
Concordo Fede, ma questo tu già lo sai... vero?
Solo, aggiungerei, è noto che il dolore consente di toccare profondità di sè tali, che in altro modo sarebbe difficile sfiorare - ed intendo sia nel Dare che nel ricevere il "tocco", quello che io chiamo, la virtù della sofferenza -; ma, non ritengo affatto che il s/m raggiunga le parti più veritiere di noialtri, qualcuna forse, né penso sia solo questo il modo.
Per prenderne coscienza.
E' una via, solamente; io non assolutizzo. Mai.
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