25 ottobre 2005

SE mi M...


L'immagine è di Dave Beecham.



tra parentesi mute

stringo a riempire i vuoti

- di te -

senza crederci (certo!)

e

in canti a perdere

tra strani versi - dicono -

scrivo la pelle in braille



(in silenzio) taglio di lettere

le vene

di giorni a ricordarti le ferite

incido un nome

- il tuo -

a ritrovarti sempre

cuore all’unisono col mio



oppure

apro di virgole la bocca

a rifarti in labbra (piccole)

l’amore

o

la voce

a ridarmi in ipotesi il sapore

- tuo di me -

(ecco) ingoio di poesia



quindi

mi muoio dentro

se mi m…



(ma non lo dico)







(A Michael)

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Riprendendo il discorso del post precedente sulla malinconia credo in fondo che sia sbagliato crederla un sentimento inutile o dannoso oppure temerla. A volte, io almeno, ho bisogno di star male di struggermi per qualcosa, dsitruggermi per qualcos'altro...magari una sciocchezza, una giornata di nebbia nella pianura quì a Pavia o magari qualcosa di più...un amico che sparisce, un'amore maledetto.
Il dolore, il piacere nel dolore (strana parola questa ma quanto mai necessaria) è un qualcosa che ci fa scoprire le parti più interiori di noi
Quelle che più interne, quelle più vere

1:47 PM  
Blogger SchiavaD'Amore said...

Concordo Fede, ma questo tu già lo sai... vero?
Solo, aggiungerei, è noto che il dolore consente di toccare profondità di sè tali, che in altro modo sarebbe difficile sfiorare - ed intendo sia nel Dare che nel ricevere il "tocco", quello che io chiamo, la virtù della sofferenza -; ma, non ritengo affatto che il s/m raggiunga le parti più veritiere di noialtri, qualcuna forse, né penso sia solo questo il modo.
Per prenderne coscienza.
E' una via, solamente; io non assolutizzo. Mai.

10:16 PM  

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