23 maggio 2005

ACCONDISCENDENZA



Non dico una parola

quando cala cieca l’ora

tra noi, tra giorno e notte

quando intendo dai tuoi gesti

l’arrivo del momento - del mio pianto.

Neanche ti guardo in faccia

mentre sento, senza fretta,

il tuo sguardo che m’indaga,

che mi fruga dietro - dentro

il fremito nascosto delle dita.

Tanto meno m’improvviso

a proibire o a sovvertire

il laccio del tuo abbraccio

che immobile m’induce - mi riduce

a tuo sadico sollazzo.



(A Michael)